Loading...

Chi se ne cura?

monologo terapeutico sui corpi dolenti, il teatro e l’osteopatia

 

“… a bocca aperta corriamo da bambini intorno alle case, soffiando fuori urla e risate, fino in fondo al cortile, e lei ci riempie di leggerezza, fino a sollevarci, a farci sventolare come foglie su un ramo o panni su un filo, fissando l’unica accezione veramente umana del verbo volare. Il movimento comincia dal diaframma… e si urla ciò che non si può dire, che nascendo si comincia a morire, e ogni respiro vale la pena perché non ha uguali.”

Chi se ne cura è un monologo in cui una donna interpreta se stessa, nei ruoli di teatrante e osteopata, ma anche di formica e di Prometeo, con il corpo dolente e la mente assetata. Come tutti noi. Le sue parole e i suoi gesti sono un tentativo di rompere il tessuto connettivo che ci tiene uniti a distanza e di ricostituirlo, più compatto e sano, alla luce di una riflessione profonda che parte dal corpo e dalle sue giunture. 

La durata della pièce è di cinquanta minuti, volutamente parallela al decorso di una seduta osteopatica. E, come questa, ripercorre le tappe classiche di un incontro curativo: presentazione, anamnesi, osservazione, diagnosi, terapia, congedo. L’attrice/terapeuta si offre allo sguardo degli spettatori/pazienti in un rimando continuo di scambi di ruolo.

E il pubblico, gentilmente chiamato a collaborare sulla scena, sta in equilibrio fra un gioco metateatrale e metacurativo e ha il tempo materiale di rielaborare gli accadimenti che si susseguono e di farsi lentamente manipolare,  comprendendo il senso nascosto che si situa nella relazione terapeutica. E tutto il valore di Chi se ne curarisiede lì: in un monologo che si trasforma in dialogo; dialogo di cura reciproca.              

“Sai che, dopo, ho cominciato a respirare meglio?” dicono le persone, andandosene. Visibilmente sollevate, distese, arieggiate. 

Chi se ne cura, adattandosi senza difficoltà  ad ambiti teatrali e curativi, sul benessere e sul bene stare, sul femminile e sul maschile, sulla salute e sulla malattia è replicabile facilmente e non necessita di grandi mezzi, né finanziari, né tecnici.

Qui il video promo

Ideazione e interpretazione: Rosamaria Maino - Testo: Paolo Pagliani, Rosamaria Maino, Wislawa Szymborska - Regia: Sara Maino

Fotografie del monologo presentato durante la rassegna 'Nothing to Sell' dell'artista Elsa Franzoi al Macro di Roma.