In una sala del museo è stato allestito il Teatro del Codice Atlantico che cita, sia nella metodologia archivistica che nella sua struttura architettonica, il famoso Teatro della Memoria di Giulio Camillo. Il teatro archivio del filosofo cinquecentesco, come lo descrive Frances Yeats nel suo saggio L’Arte della Memoria (Einaudi, 1972), era composto da innumerevoli cassettiere sistemate ad anfiteatro. Dentro i cassetti erano state archiviate le immagini archetipiche e simboliche che, nell’intento dell’autore, avrebbero messo in connessione l’intero sapere universale.
Il nostro Teatro del Codice Atlantico, allo stesso modo, si propone di far affiorare nella mente del fruitore l’idea che, attraversando le pagine del codice, è possibile mettere in connessione l’intero sapere universale. Il visitatore, entrando nella sala, si troverà davanti le cassettiere dentro le quali sono stati archiviati 56 fogli del Codice Atlantico (quelli che descrivono la fisica, il moto e i riflessi luminosi dell’acqua) e sarà guidato all'analisi e all'ascolto dei testi e delle riflessioni di Leonardo grazie alle voci proveniente dal lettore mp3 e grazie alla migliore riproduzione tipografica del Codice Atlantico esistente.
In un'altra sala del museo si può assistere ala Tavola d’acqua, ovvero un grande acquario in cui sono ricreati i moti dell’acqua che Leonardo ha più frequentemente descritto nei suoi taccuini: flusso, onda, vortice. È ipotizzabile che Leonardo abbia condotto buona parte delle osservazioni che poi annotò lungo il corso dell’Adda, e dei canali che da esso sono stati derivati, tra Paderno e Vaprio; un tratto del fiume in cui la morfologia dell’alveo e la trasparenza delle acque offrono la possibilità di vedere una grande varietà di dinamiche idrauliche. Come è noto, Leonardo dedicò la sua attenzione a moltissimi aspetti della natura, ma sul tema dell’acqua ritornò per tutta la vita, modificando il punto di vista e i presupposti della ricerca. L’acqua, la sua natura e i suoi moti, è quindi l’oggetto più adatto per provare a descrivere il metodo di osservazione di Leonardo, che è forse l’elemento che più caratterizza l’originalità della sua opera.
Come sostiene Marianne Schneider nell’introduzione a una raccolta di scritti di Leonardo sulle acque (Delle acque, Sellerio, 2001), “Nell’osservare un’onda, per lui esistono solo l’onda e l’occhio che la guarda; e quest’occhio non ha altro scopo che guardare, abbandonarsi a ciò che vede …. Leonardo … continua a guardare l’onda per tutta la vita, scegliendo ogni volta un punto di osservazione diverso, scoprendo ogni volta un aspetto che prima non aveva conosciuto, e così man mano distinguendo l’innumerevole varietà delle onde.”
Con la Tavola d’acqua si fa sperimentare al visitatore lo sguardo di Leonardo, la sua capacità di descrivere i fenomeni con precisione scientifica e di connetterli tra loro per mezzo di analogie, in visioni che gli suggeriva la sua natura di artista. Entrando nella sala, il visitatore sarà condotto dalle voci di attori provenienti dalle cuffie dell’Mp3 a disporsi intorno alla tavola d’acqua. Gli sarà comunicato che sta per vivere un’esperienza in cui dovrà utilizzare due sensi: la vista e l’udito. Il metro cubo d’acqua che ha davanti, ora immobile, sta per fluire, ondeggiare e vorticare per dare la possibilità ai suoi umidi occhi di osservarne la dinamica, con gli stessi metodi che usava Leonardo. L’esperienza continuerà offrendo al visitatore la possibilità di osservare i moti dell’acqua descritti da Leonardo, prodotti da un sistema coordinato di pompe e illuminati alternativamente da diverse angolazioni e con diversi tipi di apparecchi per permetterne una lettura efficace ed emozionante. Il risultato pedagogico che si è voluto ottenere con la Tavola d’acqua è di innescare nel visitatore un processo comportamentale e mentale simile a quello descritto da Goethe nella Teoria dei colori: “Il semplice sguardo si trasforma in osservazione, l’osservazione in riflessione, dalla riflessione nasce la connessione”.
Progetto e regia: Koinè Testi: Paolo Pagliani, Silvio Panini - Registrazioni e montaggio audio: Silvio Panini, Paolo Pagliani, Marco Rebecchi - Interpreti: Silvio Panini, Marco Rebecchi, Paolo Pagliani, Hendry Proni, Stefano Detassis - Organizzazione: Marco Rebecchi
Anno di produzione: Il percorso sonoro, realizzato in collaborazione con Coclea soc. coop. soc., è stato inaugurato il 18 Dicembre 2011. È stato prodotto all'interno del progetto ABCD - Adda Biocultural District, grazie al contributo di Parco Adda Nord e Fondazione Cariplo.